Cosa dire?
Ebbi la fortuna di
conoscerti nel lontano 1976, avevo poco più di dodici anni, ricordo
come fosse ora l'emozione provata nell'acquistare “Station to
Station” in quel negozio della mia città oramai chiuso da tanti
anni. Spesi tutti i miei risparmi, ricordo il momento in cui il
proprietario mise l'album nel sacchetto e rammento persino il
tragitto fatto a piedi per tornare a casa con quel prezioso oggetto
nelle mie mani.
Lo ascoltai subito, da quel momento si spalancò un
mondo e la mia vita fu segnata. Fu un punto di partenza, imparai a
conoscere le tue cose passate, iniziai a seguire il tuo presente, ad
attendere con trepidazione ogni tuo nuovo lavoro a sorprendermi ed
emozionarmi ogni volta.
Non lo sai ma abbiamo anche respirato la
stessa aria qualche volta, a pochi metri di distanza. Ti confesso che
talvolta mi hai deluso ma sono cose che capitano tra amici e
fratelli. Ci si allontana ma si rimane sempre vicini.
Tu e il poeta newyorchese
siete stati fondamentali, mi avete dato molto e insegnato tanto della
vita. L'ho sempre pensato e se sono come sono, la responsabilità è
anche vostra...
Inizieranno a scorrere
fiumi di parole, non le ascolterò, perdonami, odio profondamente
questi momenti di celebrazione.
Sappiamo che non te ne
sei andato, le tue tracce sono scolpite nel cuore e nell'anima di
milioni di persone come me, tanti altri impareranno a scoprirti.
Amo a modo mio la musica,
amo altri artisti e i generi più disparati ma non passa giorno che
non mi capiti di riascoltarti, scoprendo ogni volta qualcosa di
nuovo, restando ogni volta compiaciuto, emozionato e stupito dalla
tua classe, dalla tua grandezza, dal tuo essere al di là del tempo.
Non possiedo purtroppo il
dono della scrittura, accetta comunque queste quattro parole che ti
dovevo, la vita prosegue, accetta il mio sincero grazie!
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