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martedì 5 settembre 2017

Ode Al Gatto - Pablo Neruda

Gli animali furono
imperfetti, lunghi
di coda, plumbei
di testa.
Piano piano si misero
in ordine,
divennero paesaggio,
acquistarono nèi, grazia. volo.
Il gatto,
soltanto il gatto
apparve completo
e orgoglioso:
nacque completamente rifinito,
cammina solo e sa quello che vuole
L’uomo vuol essere pesce e uccello,
il serpente vorrebbe avere le ali,
il cane è un leone spaesato,
l’ingegnere vuol essere poeta,
la mosca studia per rondine,
il poeta cerca di imitare la mosca,
ma il gatto
vuole essere solo gatto
ed ogni gatto è gatto
dai baffi alla coda,
dal fiuto al topo vivo,
dalla notte fino ai suoi occhi d’oro
Non c’è unità
come la sua,
non hanno
la luna o il fiore
una tale coesione:
è una sola cosa
come il sole o il topazio,
e l’elastica linea del suo corpo,
salda e sottile, è come
la linea della prua di una nave.
I suoi occhi gialli
hanno lasciato una sola
fessura
per gettarvi le monete della notte
Oh piccolo
imperatore senz’orbe,
conquistatore senza patria,
minima tigre da salotto, nuziale
sultano del cielo
delle tegole erotiche,
il vento dell’amore
all’aria aperta
reclami
quando passi
e posi
quattro piedi delicati
sul suolo,
fiutando,
diffidando
di ogni cosa terrestre,
perché tutto
è immondo
per l’immacolato piede del gatto.
Oh fiera indipendente
della casa, arrogante
vestigio della notte,
neghittoso, ginnastico
ed estraneo,
profondissimo gatto,
poliziotto segreto
delle stanze,
insegna
di un
irreperibile velluto,
probabilmente non c’è
enigma
nel tuo contegno,
forse sei mistero,
tutti sanno di te ed appartieni
all’abitante meno misterioso,
forse tutti si credono
padroni,
proprietari, parenti
di gatti, compagni,
colleghi,
discepoli o amici
del proprio gatto.
Io no.
Io non sono d’accordo.
Io non conosco il gatto.
So tutto, la vita e il suo arcipelago,
il mare e la città incalcolabile,
la botanica,
il gineceo coi suoi peccati,
il per e il meno della matematica,
gl’imbuti vulcanici del mondo,
il guscio irreale del coccodrillo,
la bontà ignorata del pompiere,
l’atavismo azzurro del sacerdote,
ma non riesco a decifrare il gatto.
Sul suo distacco la ragione slitta,
numeri d’oro stanno nei suoi occhi.

lunedì 19 giugno 2017

Animali.

Ogni vita è sacra, la morte di un uomo che ha scelto di essere un torero è sicuramente e senza ombra di dubbio, una tragedia. La vittima merita rispetto.
Sono personalmente contrario alla corrida così come sono contrario a qualsiasi tortura/trattamento inferti agli animali non umani per creare spettacolo o celebrare fantomatiche, millenarie tradizioni.
Ho la mia etica personale, la tengo per me, chi mi conosce sa. Non sopporto nè i nazivegani nè gli anti-nazivegani. Posizioni estreme e sbagliate per questioni molto complesse. 
Voglio scrivere su questo muro una sola cosa: ho il voltastomaco leggendo le affermazioni di chi giustifica l'uccisione dei tori durante questi macabri spettacoli, adducendo il fatto che quotidianamente vengono comunque abbattuti milioni di capi di bestiame. Mi stavo per lanciare in una lunga spiegazione ma ho cancellato tutto, non credo sia necessaria! 
Ci sarebbe solo bisogno di riflettere.
Spesso dietro una persona che all'apparenza splende, si cela l'ombra di un miserabile!
(non mi riferisco al torero)

lunedì 10 aprile 2017

se questo è un uomo...


venerdì 7 aprile 2017

weanimalsarchive.org

Jo-Anne McArthur/We Animals

(Pigs in a transport truck, on route to slaughter)