mercoledì 3 giugno 2009

robert duvall

WASHINGTON – Quella del Wilderness, in Virginia, fu una delle battaglie più sanguinose e decisive della Guerra Civile. Per due giorni, il 5 e il 6 maggio 1864, oltre centomila soldati dell’Unione nordista, al comando di Ulysses S. Grant, combatterono contro 61 mila confederati, agli ordini di Robert E. Lee . Fu il primo scontro tra i due generali, così intenso che il sottobosco prese fuoco, bruciando vivi migliaia di uomini. Fu un massacro spaventoso: migliaia di morti e feriti. E fu anche l’inizio della fine per la Confederazione sudista, che da quel momento non ebbe più in mano l’iniziativa. NUOVA BATTAGLIA - Centoquarantacinque anni dopo, la battaglia del Wilderness non è ancora finita. Il terreno che vide Grant e Lee affrontarsi in un duello da titani è nuovamente teatro di una tenzone tra forze potenti, fortunatamente meno sanguinosa, ma non meno appassionata. Da un lato è Wal-Mart, gigante della distribuzione, decisa a costruire uno dei suoi mega-store proprio all’ingresso della zona protetta, che copre solo il 21% del sito originario della battaglia. Da quello opposto, determinati a difendere il genius loci dell’area e costringere la catena a spostare il progetto di qualche miglio, i cosiddetti “preservationist”, inflessibili custodi della memoria storica del Paese. A guidarli, in un ruolo che richiama molte delle sue esperienze cinematografiche, l’attore Robert Duvall. Quasi un affare di famiglia, per l’indimenticabile protagonista di film come «Il Padrino» o «Apocalypse Now»: Duvall, uno dei pochi divi di Hollywood repubblicano militante, è infatti discendente di Robert E. Lee, che nel 2003 ha anche impersonato in «Gods and Generals» di Ronald Maxwell. «Con le loro tasche piene di soldi – ha detto l’artista in una conferenza stampa -, possono anche permettersi di costruire il centro commerciale un po’ più lontano. Credo nel capitalismo, purché sia combinato con un po’ di sensibilità. Faremo tutto ciò che possiamo per dare una mano, ma la prima cosa è cacciare graziosamente Wal-Mart». COALIZIONE CONSERVAZIONISTA - A dargli manforte, è una coalizione conservazionista locale e nazionale, che ha visto anche 250 storici da tutte le principali università americane scrivere una lettera al gruppo distributivo, appoggiando l’idea di rilocalizzare il progetto: «Il campo di battaglia del Wilderness è parte indelebile della nostra Storia, il suo terreno è consacrato dal sangue americano versato, non si può semplicemente coprirlo di cemento». Wal-Mart prova a difendere il suo mega-store, che secondo Keith Morris, direttore delle relazioni con il pubblico, «non sarà visibile da nessun punto del campo di battaglia». Morris fa anche notare che esistono già alcuni shopping center, un McDonald’s e un “Seven-11”, «molto più vicini del nostro progetto alla zona protetta». Le dimensioni del mega-store, per ora solo sulla carta, sovrasterebbero però di gran lunga tutte le cose esistenti messe insieme. Robert Duvall guida la carica: «Wal-Mart ha il potere di salvare il campo di battaglia del Wilderness: con una semplice decisione può proteggere questo pezzo fondamentale di storia americana». Non potendo fare «offerte che non possono essere rifiutate», come il consigliori dei Corleone, Tom Hagen, Duvall e i conservazionisti hanno fatto appello alle autorità di Orange County perché blocchino il progetto e dispongano lo spostamento. La decisione è attesa in giugno.
Paolo Valentino (corriere.it)

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