domenica 30 dicembre 2007

venerdì 21 dicembre 2007

Edward Bunker

Come una bestia feroce - (No Beast So Fierce) - (1973)
Animal Factory - (The Animal Factory) - (1977)
Little Boy Blue - (Little Boy Blue) - (1980)
Cane mangia Cane - (Dog Eat Dog) - (1996)
Mr. Blue: Memoirs of a Renegade - (1999)
Educazione di una canaglia - (Education of a Felon) - (2000)
Stark - (Stark) - (2006)

Harvest Moon

Come a little bit closer
Hear what I have to say
Just like children sleepin'
We could dream this night away.
But there's a full moon risin'
Let's go dancin' in the light
We know where the music's playin'
Let's go out and feel the night.
Because I'm still in love with you
I want to see you dance again
Because I'm still in love with you
On this harvest moon.
When we were strangers
I watched you from afar
When we were lovers
I loved you with all my heart.
But now it's gettin' late
And the moon is climbin' high
I want to celebrate
See it shinin' in your eye.
Because I'm still in love with you
I want to see you dance again
Because I'm still in love with you
On this harvest moon.

Danza Moderna

Forse dovrei andare a vivere ad Amsterdam
in una strada secondaria vicino ad un grande canale
e trascorrere le serate al van Gogh Museum
che sogno il van Gogh Museum
Forse è tempo che io veda Tangeri
uno stile di vita differente, paure diverse
e forse dovrei essere ad Edimburgo
in un kilt, ad Edimburgo
A fare una danza moderna
a fare una danza moderna
O forse dovrei prendermi
una fattoria nel sud della Francia
dove i venti soffiano forti
e la gente di paese balla
e io e te
potremmo dormire sotto la luna
luna a Giugno e dormire fino a mezzogiorno
E forse io e te potremmo innamorarci
ritrovare lo spirito di un tempo
ti lasceresti stringere e toccare la notte
che splende così forte, illuminata di paura
Facendo una danza moderna
facendo una danza moderna
Cazzo, forse potrei andare nello Yucatan dove le donne sono donne, un uomo è un uomo
ah, nessuno è confuso, nessuno è disorientato
dal loro posto nella razza umana
Forse non sono tagliato per la vita di città
l'odore dei gas di scarico, l'odore della lotta
e forse tu non vuoi essere una moglie
non è una vita fare la moglie
Facendo una danza moderna
facendo una danza moderna
Allora forse dovrei andare in Tanganica
dove scorrono i fiumi
giù per montagne alte e scoscese
o andare in India a studiarne i canti
e perdere l'amore
al ritmo di una danza mantra
Ho bisogno di un guru, ho bisogno di qualche legge
spiegami ciò che abbiamo visto
perchè si arriva sempre a questo punto
è tutto in discesa dopo il primo bacio
Forse dovrei andarmene a Rotterdam
forse spostarmi ad Amsterdam
o andare in Irlanda, Italia, Spagna
in Afghanistan dove non c'è pioggia
O forse dovrei solo imparare una danza moderna
dove i ruoli cambiano la danza moderna
dove non tocchi mai e non sai mai con chi ti ritrovi
questa settimana, questo mese, quest'anno
questa settimana, questo mese, quest'anno
Facendo una danza moderna
non sai con chi ti trovi in una danza moderna
dovrei andare in Pakistan, in Afghanistan
balla, non sai con chi ti trovi
balla, non sai con chi ti trovi
in una danza moderna
e forse tu non vuoi fare la moglie
non è una bella vita fare la moglie
facendo una danza moderna
non tocchi mai e non sai mai con chi ti ritrovi
balla, danza moderna
i ruoli si scambiano - balla
non tocchi mai e non sai mai con chi ti ritrovi
balla, una danza moderna
e forse tu non vuoi fare la moglie
non è una bella vita fare la moglie

giovedì 20 dicembre 2007

S.J.

e:-------------------------------------------
b:-------------------------------------------
g:----------4---2---2----------------------
d:-2---2---4---2---2---11---9----2---2-
a:-2---2---2---0---0---11---9----2---2-
e:-0---0----------------9----7----0---0-

per tutta la notte

Non ti senti così sola
quando è pomeriggio
e devi affrontare
tutta la notte
non fai finta anche tu
che qualcosa prima o poi
dovrà per forza succedere, oh babe
per tutta la notte
Per tutta la notte
oh tesoro, per tutta la notte
per tutta la notte
per tutta la notte
Hai mai suonato con un gruppo per tutta la notte
e così l'hai passata, babe
tutta la notte
quando il giorno sfuma
in una nottata infernale
tutti escono in cerca di un campanello da suonare
per tutta la notte
e lo fanno per tutta la notte
tesoro, per tutta la notte
quando le parole sono state buttate giù
e la poesia è fatta e
il romanzo è scritto
e il libro è finito
e hai detto oh signore! bambina
dammela
per tutta la notte
e lei dice sì
La mia migliore amica Sally si è ammalata
e anch'io mi sento piuttosto male
succede sempre
per tutta la notte
sono entrato a St. Vincent
e guardo il soffitto
crollare sul corpo di lei
steso per terra
dice, oh baby, bisogna festeggiare
per tutta la notte
mi ha fatto sentire così triste, ho pianto
per tutta la notte
ho detto, oh Gesù, per tutta la notte
se i peccatori peccano
e il buon uomo se n'è andato
e una donna non può venire
per aiutarlo a tornare a casa
e tu che farai
quando continuano così per tutta la notte
e cantano, oh tesoro, oh tesoro, oh tesoro,
per tutta la notte
e lui dice dammela
per tutta la notte
quando un uomo piange non ci vuole molto
basta dargli un po' d'amore
e un po' di comprensione
dico, babe, dammela
per tutta la notte
E certa gente aspetta cose
che non arrivano mai
e certa gente sogna cose
mai fatte prima
e lo fa per tutta la notte
la città è strana e il paese è tranquillo
ma vorrei sapere perché
non ci sono rivolte
perché non le fanno, baby
per tutta la notte
oh mamma, o mamma
parlamene
per tutta la notte
se Natale arriva
solo una volta all'anno
perché nessuno ha pianto
una lacrima appena?
per le cose che non succedono
per tutta la notte

mercoledì 19 dicembre 2007

martedì 18 dicembre 2007

Scrutare ciò che è lontano (XLVII)

Senza uscir dalla porta
conosci il mondo,
senza guardar dalla finestra
scorgi la Via del Cielo.
Più lungi te ne vai meno conosci.
Per questo il santo
non va dattorno eppur conosce,
non vede e più discerne,
non agisce eppur completa.

CHRISTMAS HOMECOMING

FREEDOM OF SPEECH

fix you

Quando fai del tuo meglio, ma non riesci
Quando ottieni quello che vuoi, ma non ciò
di cui hai bisogno
Quando ti senti davvero stanco ma non riesci a
dormire
Bloccato in un problema
E le lacrime scendono sul tuo viso
Quando perdi qualcosa che non puoi sostituire
Quando ami qualcuno ma
tutto va sprecato
Potrebbe essere peggio di così?
Una luce ti condurrà
verso casa
E infiammerà le tue ossa
Ed io cercherò di rimetterti in sesto
Più in alto o all’inferno
Quando sei troppo innamorato per lasciar
perdere
Se non provi non saprai mai
Quanto vali
Una luce ti condurrà verso casa
E infiammerà le tue ossa
E proverò a rimetterti in sesto
Le lacrime scendono sul tuo viso
Quando perdi qualcosa che non puoi
sostituire
Le lacrime scendono sul tuo viso
Ed io…
Le lacrime scendono sul tuo viso
Ti prometto che imparerò dagli errori
Le lacrime scendono
sul tuo viso
Ed io…
Una luce ti condurrà verso casa
E infiammerà le tue
ossa
Ed io cercherò di rimetterti in sesto
Le lacrime scendono sul tuo viso
Quando perdi qualcosa che non puoi sostituire
Le lacrime scendono sul
tuo viso
Ed io…
Le lacrime scendono sul tuo viso
Ti prometto che
imparerò dagli errori
Le lacrime scendono sul tuo viso
Ed io…
Una luce
ti condurrà verso casa
E infiammerà le tue
ossa
Ed io cercherò di rimetterti
in sesto

lunedì 17 dicembre 2007

diciassette dicembre

Sole sul tetto dei palazzi in costruzione,
sole che batte sul campo di pallone e terra
e polvere che tira vento e poi magari piove.
Nino cammina che sembra un uomo,
con le scarpette di gomma dura,
dodici anni e il cuore pieno di paura.
Ma Nino non aver paura a sbagliare un calcio di rigore,
non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore,
un giocatore lo vedi dal coraggio, dall'altruismo e dalla fantasia.
E chissà quanti ne hai visti e quanti ne vedrai di giocatori
che non hanno vinto mai
ed hanno appeso le scarpe a qualche tipo di muro
e adesso ridono dentro a un bar,
e sono innamorati da dieci anni
con una donna che non hanno amato mai.
Chissà quanti ne hai veduti, chissà quanti ne vedrai.
Nino capì fin dal primo momento,
l'allenatore sembrava contento
e allora mise il cuore dentro alle scarpe
e corse più veloce del vento.
Prese un pallone che sembrava stregato,
accanto al piede rimaneva incollato,
entrò nell'area, tirò senza guardare
ed il portiere lo fece passare.
Ma Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore,
non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore,
un giocatore lo vedi dal coraggio,
dall'altruismo e dalla fantasia.
Il ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette,
questo altro anno giocherà con la maglia numero sette.
(Francesco De Gregori)

Delmore

Il Mondo È un Matrimonio di Delmore Schwartz, traduzione di Attilio Veraldi, Giano Ed.
Per una volta, conviene iniziare a leggere un libro dal fondo. Le poche pagine di notizie sull’autore, curate da Francesco Rognoni, permettono di capire meglio e apprezzare ancora di più le doti di Delmore Schwartz, che fu considerato come uno dei più talentuosi poeti americani della generazione cresciuta negli anni della Depressione, che nel 1948 fu acclamato da Time come un novello Cechov o Stendhal, e che nel 1966, distrutto da alcol, barbiturici e anfetamine, morì in solitudine, tanto che il suo corpo rimase due giorni in obitorio prima che qualcuno lo reclamasse. La biografia di Schwartz, nato nel 1913 da ebrei rumeni immigrati in America, è illuminante per i suoi racconti, tutti pervasi da un senso di quieta, ma assoluta disperazione: il mondo, più che un matrimonio, è un teatro sul cui palcoscenico si muovono – in una rappresentazione crudelmente priva di senso – intellettuali presuntuosi, frustrati e incattiviti dalla propria stessa inutilità (vedi i racconti Capodanno, atroce cronaca della festa più deprimente che si possa immaginare, e Il mondo è un matrimonio), o piccoli borghesi imprigionati nei rapporti familiari (vedi America! America e I figli sono il senso della vita, con le memorabili figure di Rebecca e Ruth Hart, vittime del capriccioso e ricattatore affettivo Samuel, fratello di Rebecca e figlio di Ruth). Cambiano i protagonisti – alcuni ritornano in più racconti – ma l’ambiente è sempre quello della borghesia ebrea laica, in lotta, tutto sommato vittoriosa, con le durezze del crollo del 1929.Altri racconti sono più onirici, come quello in cui una nevicata ricopre le strade di New York e forma delle misteriose e affascinanti statue di ghiaccio, che con il passare dei giorni magnetizzano i cittadini, al punto di modificarne le abitudini, rendendoli sereni e contemplativi. Ma la felicità è effimera, perché una pioggia sporca e instancabile le distrugge: ricominciano i dissidi, i suicidi, gli omicidi, le fughe da casa. E ben presto scende l’oblio: «Solo pochi furono abbastanza turbati da tenere a mente, con l’aiuto di fotografie, il periodo in cui delle statue avevano mostrato le loro forme meravigliose dappertutto nella città di New York». Quello che è considerato un capolavoro nel campo del racconto breve è l’angosciante Nei sogni cominciano le responsabilità. Schwartz lo scrisse nel 1935, e l’operina di quel ragazzo di 24 anni impressionò chi lesse il manoscritto al punto che a Schwartz toccò l’onore di aprire il primo numero dell’intellettualissima e militante Partisan Review. Nel sogno, il poeta è al cinema, e sullo schermo vede scorrere le immagini mute dell’innamoramento tra suo padre e sua madre. E nel sogno stesso, lo spettatore sa benissimo come finirà quel film: quei due ragazzi sorridenti diventeranno un uomo e una donna rissosi, vittimisti e infelici, involontari carnefici dei figli. Ed è inutile gridare e disperarsi in platea.

giovedì 13 dicembre 2007

L'inizio favorevole (LXIII)

Pratica il non agire,
imprendi il non imprendere,
assapora l'insapore,
considera grande il piccolo e molto il poco,
ripaga il torto con la virtù.
Progetta il difficile nel suo facile,
opera il grande nel suo piccolo:
le imprese più difficili sotto il cielo
certo cominciano nel facile,
le imprese più grandi sotto il cielo
certo cominciano nel piccolo.
Per questo il santo non opera il grande
e così può completare la sua grandezza.
Chi promette alla leggera trova scarso credito,
chi reputa tutto facile trova tutto difficile.
Per questo al santo tutto pare difficile
e così nulla gli è difficile.

L'emersione del naturale (LXXXI)

Parole autentiche non sono adorne;
parole adorne autentiche non sono.
Colui che è buono, non sfoggia parole,
e chi sfoggia parole, non è buono.
Chi sa di tutto, certo non è saggio;
né chi è saggio, di certo, sa di tutto.
Il vero saggio per sé non provvede:
se si spende negli altri, per sé acquista;
e, più dona, più ottiene per se stesso.
La Via del cielo aiuta, non fa danni;
la Via del saggio agisce senza lotta.

Lo strumento universale (XLIII)

Ciò che v'è di più molle al mondo
assoggetta ciò che v'è di più duro al mondo,
quel che non ha esistenza
penetra là dove non sono interstizi.
Da questo so che v'è profitto nel non agire.
All'insegnamento non detto,
al profitto del non agire,
pochi di quelli che sono sotto il cielo arrivano.

L'occulto e il palese (XXXVI)

Quei che vuoi che si contragga
devi farlo espandere,
quei che vuoi che s'indebolisca
devi farlo rafforzare,
quei che vuoi che rovini
devi farlo prosperare,
a quei che vuoi che sia tolto
devi dare.
Questo è l'occulto e il palese.
Mollezza e debolezza vincono durezza e forza.
Al pesce non conviene abbandonar l'abisso,
gli strumenti profittevoli al regno
non conviene mostrarli al popolo.

L'immensa virtù (XLV)

La grande completezza è come spezzettamento
che nell'uso non si rompe,
la grande pienezza è come vuotezza
che nell'uso non si esaurisce,
la grande dirittura è come sinuosità,
la grande abilità è come inettitudine,
la grande eloquenza è come balbettio.
L'agitazione finisce nell'algore,
la quiete finisce nel calore:
la pura quiete è la regola del mondo.

world leader pretend

Io sono seduto al mio tavolo
e scommetto la guerra a me stesso
sembra come se tutto...tutto per nulla
Io conosco le barricate, e
Io conosco il mortaio nel muro rotto
Io riconosco le armi, le ho usate bene
Questo e' il mio errore. Lasciatemelo riparare (oppure Lasciatemelo fare bene)
Io ho sollevato il muro, e saro' io l'unico a buttarlo giu'
Io ho una ricca conoscenza delle mie migliori difese
Io proclamo che le rivendicazioni non sono mai state seguite
Io richiedo un nuovo scontro
Io decreto che siamo arrivati ad un punto morto
Io indovino le mie piu' profonde motivazioni
Io riconosco le armi
Io le ho messe a punto al meglio. Io le ho adattate per me.
E' sorprendente quali stratagemmi si possano avere a cuore ed enfatizzare
Questo e' il mio errore. Lasciatemelo riparare (oppure Lasciatemelo fare bene)
Io ho sollevato i muri, e saro' io l'unico a buttarlo giu'
Lasciati trascinare (oppure prendere la mano) e abbracciami forte. Tieni quel ricordo.
Lascia che la mia macchina mi parli. Lascia che la mia macchina mi parli.
Questo e' il mio mondo
ed io sono il leader che il mondo pretende
Questa e' la mia vita
e questo e' il mio momento
Mi e' stata data la liberta'
di fare cio' che e' meglio
E' il mio grande momento Io ho raso al suolo i muri che avevo costruito
E' sorprendente quali stratagemmi si possano avere a cuore ed enfatizzare
Questo e' il mio errore. Lasciatemelo riparare (oppure Lasciatemelo fare bene)
Io ho sollevato i muri, e saro' io l'unico a buttarlo giu'
Tu riempi il mortaio. Tu riempi l'armonia.
Tu riempi il mortaio. Io ho raso al suolo i muri
E sono l'unico
Io saro' l'unico a buttarlo giu'.

martedì 11 dicembre 2007

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perchè con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perchè sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.

Introduce yourself

Introduce Yourself
From the day I was born, I took the bull by the horns,
and gave you plenty to scorn, well right on!
Then you said in a song that life was gettin real tough,
but hey I think that you're bluffing, what of it?
Introduce yourself (right on!)
Now two decades gone by and I know that's a long time, para tiempo means nada nunca.
Cause I'm still the same asshole and I still wet my pants every time that I see your face
(who are you?)
Introduce yourself (right on!)
Hey Mr. Biggs, Hey Mr. Bestall, Hey Mr. Warner what's up?
Hey Mr. Enigma, Hey Mr. Bigtime, Hey Mr. Epic, What's going on?
Introduce yourself (right on!)

SO ALONE

Lei chiama al telefono
dice che non vuole stare da sola
dice che la fa diventare nevrotica
ma non scambiarla per una proposta erotica
Così sola, davvero tutta sola Lei dice andiamo a farci una passeggiata
ci prendiamo qualcosa da bere
e magari parliamo
e lui crede che lei abbia delle possibilità
se solo potesse mettere via il rosario
Così sola, nessuno vuole essere così solo Ma non lo sapevo proprio
te lo giuro, non lo sapevo proprio
non ti avrei mai fatto rattristare
se avessi saputo non ti avrei mai detto quelle cose
sarebbe proprio da pazzi
dire quelle cose proprio a te
Dai, ho sbagliato
be’, sai che arrivano gli idioti
quando gli angeli si prendono una pausa
non posso essere sempre brillante
e poi non sapevo
che te ne stessi ancora ad aspettare lui
A dirti la verità, mi ero dimenticato di lui
e lo sai che non trovo bello
chiedere a un uomo dei difetti dì un altro
non me ne frega niente
se mi vuoi stuzzicare
basta che finiamo a letto
Soli, noi due soli
Non lo sapevo proprio
giuro su Dio, non lo sapevo proprio
Non lo capisci che fa paura
quando senti certe donne
parlare di castrazione e odio per gli uomini
e chi se ne frega se li odiate gli uomini Be’, hai detto che adesso vuoi ballare
e allora balliamo
hai detto che non ti sentivi completa
ma ora ti rimetto in sesto io
hai detto che eri tanto confusa
e mi hai detto di scordarmi del sesso
hai detto che ti piacevo per la mia mente
be’ io, invece, adoro proprio il tuo didietro
Ah, tirati su e muoviti
ah baby, tirati su e balla
dai, tirati, tirati, tirati su e muoviti
tesoro, tirati su e balla
muovi il sedere, donna
ah tirati su e balla
Il tuo punto di vista è molto chiaro
non sei una che si piange addosso
perché non ce ne andiamo a casa mia?
credimi, sono molto casto
E sono così solo, davvero tanto solo Sì, certo, tutti gli uomini sono bestie
ehi, guarda, mi siederò tranquillo
e guarderò la punta dei miei piedi
non te ne faccio una colpa
se cerchi rifugio
da animali che ti guardano soltanto la spaccatura
Così soli, siamo davvero soli
Ehi, ti dispiace se spengo la luce?
non offenderti
ma perché non dormi qui?
lo so quanto sono profonde le tue passioni
ma a questo punto abbiamo bisogno di dormire tutti e due
Così soli, e chi vuol essere così solo?

SENZA TITOLO

Questo mondo e' grande e cosi' sveglio
sono rimasto in piedi fino a tardi a sentire la tua voce
Questa luce e' qui per riscaldarti
Questa canzone e' qui per stringerti forte
Ho fatto una lista delle cose da dire
ma tutto quello che realmente voglio dire
tutto quello che realmente voglio dire
e' abbracciala e stringila forte
mentre io sono via da qui
abbracciala e tienila forte
mentre io sono via da qui
Ho visto il mondo ed e' cosi' sveglio
rimango in piedi fino a tardi a sentirmi cantare
abbracciala
Ho visto il mondo ed e' cosi' sveglio
rimango in piedi fino a tardi a sentirmi cantare
abbraccialo
Abbracciala e stringila forte
mentre io sono via da qui
Abbraccialo e stringilo forte
mentre io sono via da qui

lunedì 10 dicembre 2007

Nutrire la persona (II)

Sotto il cielo tutti
sanno che il bello è bello,
di qui il brutto,
sanno che il bene è bene,
di qui il male.
È così che
essere e non-essere si danno nascita fra loro,
facile e difficile si danno compimento fra loro,
lungo e corto si danno misura fra loro,
alto e basso si fanno dislivello fra loro,
tono e nota si danno armonia fra loro,
prima e dopo si fanno seguito fra loro.
Per questo il santo
permane nel mestiere del non agire
e attua l'insegnamento non detto.
Le diecimila creature sorgono
ed egli non le rifiuta
le fa vivere ma non le considera come sue,
opera ma nulla si aspetta.
Compiuta l'opera egli non rimane
e proprio perché non rimane
non gli vien tolto.

venerdì 7 dicembre 2007

SO STRAC FESS

lunedì 3 dicembre 2007

IL DONO (The gift)

Waldo Jeffers era al limite. Era ormai metà Agosto, il che significa che era separato da Marsha da più dì due mesi. Due mesi, e da mostrare non aveva altro che tre lettere spiegazzate e due telefonate interurbane molto care. Certo, quando la scuola era finita e lei era tornata nel Wisconsin, e lui a Locust, Pennsylvania, lei aveva giurato di mantenere una certa fedeltà. Di tanto in tanto sarebbe uscita con qualcun altro, ma solo per divertirsi un po’. Sarebbe rimasta fedele. Ma ultimamente Waldo aveva cominciato a preoccuparsi. Di notte aveva problemi a prendere sonno, e quando dormiva faceva sogni tremendi. Passava la notte sveglio, girandosi di qua e di là sotto le coperte, le lacrime gli riempivano gli occhi mentre immaginava Marsha i suoi giuramenti vinti dall’alcol e dalla dolce consolazione di qualche neanderthal, finché non si sarebbe arresa definitivamente alle carezze dell’oblio sessuale. Era più di quanto la mente umana riuscisse a sopportare. Le visioni dell’infedeltà di Marsha lo perseguitavano. Di giorno le fantasie dell’abbandono sessuale invadevano i suoi pensieri, ma quello che gli dava più fastidio era che non avrebbero compreso che tipa lei era veramente. Solo lui, Waldo, poteva capirlo. Lui aveva intuito ogni anfratto e ogni angolo della sua psiche. Lui l’aveva fatta sorridere lei aveva bisogno di lui, e lui non c’era. (ahh...) L’idea gli venne il giovedì prima che partisse la parata in costume. Aveva appena finito di tagliare l’erba e di sistemare il giardino degli Edison per un dollaro e cinquanta e poi controllò la cassetta della posta per vedere se c’era almeno una parola da parte di Marsha. Non c’era che il volantino della Amalgamated Aluminium Company che cercava di indagare se gli servivano dei tendoni. Perlomeno si interessavano al punto da scrivere. Era una ditta di New York. Si poteva arrivare in qualsiasi posto con la posta. Poi ebbe l’idea. Non aveva soldi abbastanza per andare fin nel Wisconsin nei modi convenzionali, è vero, ma perché non imbucare sè stesso? Era assurdamente semplice. Si sarebbe inviato come un pacco postale espresso. Il giorno dopo Waldo andò al supermercato per acquistare l’occorrente. Comprò nastro adesivo da pacchi, una pinzatrice e una scatola di cartone di medie dimensioni, perfetta per una persona della sua corporatura.Valutò che, con un minimo di accorgimenti, poteva viaggiare abbastanza comodamente. Qualche buchetto per far entrare l’aria, dell’acqua e qualche spuntino, e probabilmente sarebbe stato come partire in classe turistica. Il venerdì pomeriggio Waldo era pronto. Si era impacchettato con cura, e all’ufficio postale avevano detto che qualcuno sarebbe passato a prenderlo alle tre. Sul pacco aveva messo la scritta “fragile”e mentre vi si rannicchiava adagiandosi sulla gommapiuma che aveva previdentemente inserito, provò a immaginare lo sguardo sorpreso e felice sul viso di Marsha quando, aperta la porta, vìsto il pacco e lasciata la mancia al postino, avrebbe aperto il tutto e sì sarebbe trovata il suo Waldo in carne e ossa. L’avrebbe baciato e poi forse avrebbero potuto vedere un film. Se solo ci avesse pensato prima. A un tratto, mani poco attente afferrarono il pacco, e si trovò a volare. Atterrò con un tonfo sordo dentro un camion, e partì. Marsha Bronson aveva appena finito di sistemarsi i capelli. Era stato un weekend molto duro. Doveva ricordarsi dì non bere in quel modo. Bill era stato gentile con lei, però. Dopo che avevano finito, Bill aveva detto che la rispettava ancora, e che dopo tutto era il modo in cui andavano le cose, e anche se, no, non l’amava, provava molto affetto per lei. E dopotutto erano adulti. Ah, quante cose Bill poteva insegnare a Waldo. Ma sembrava fossero passati già tanti anni. Sheila Kleìn, la sua migliore amica, entrò in cucina attraverso la porta della veranda. «Oddio, è proprio tremendo fuori.»«So che vuoi dire. Mi sento tutta sfasata.» Marsha si strinse la cintura dell’accappatoio di cotone con i bordi di seta. Sheila sfiorò dei grani di sale sulla tavola di cucina, si leccò il dito e fece una smorfia.« Dovrei prendere certe pillole di sale, ma»arricciò il naso«mi fanno venire il vomito.» Marsha cominciò a darsi dei colpetti sotto il mento, un esercizio per il viso che aveva visto in televisione. «Dio, non parlarne nemmeno.» Si alzò dalla tavola e andò verso il lavandino, dove prese una confezione di vitamine rosa e azzurre. « Ne vuoi una? Dovrebbero essere meglio di una bistecca.» Poi provò a toccarsi le ginocchia. «Credo che non berrò mai più un daiquiri.» Rinunciò e si sedette, questa volta più vicino al tavolino dove era appoggiato il telefono. «Forse Bill chiamerà» disse in risposta allo sguardo di Sheila. Sheila si stava mordicchiando una pellicina. «Dopo la scorsa notte, forse faresti meglio a chiudere con lui» «Capisco che vuoi dire. Dio mio, era proprio come un polipo, mani dappertutto!» disse alzando le braccia quasi in difesa. «E che dopo un po’ ti stanchi di resistergli, sai, e dopo tutto venerdì e sabato con lui non avevo fatto proprio niente, e così un po’ glielo dovevo, sai che intendo» Cominciò a grattarsi. Sheila stava ridacchiando, la bocca coperta dalla mano. «Ti dirò, anch’io mi sentivo proprio così, anzi, dopo un po’» e qui si piegò in avanti in un sussurro «lo volevo.» E cominciò a ridere forte. Fu a questo punto che il signor Jameson, dell’ufficio postale Clarence Darrow, suonò alla porta della villetta quadrata decorata a stucchi. Quando Marsha Bronson aprì la porta, lui l’aiutò a portar dentro il pacco. Fece firmare i suoi moduli verdi e gialli, e se ne andò con una mancia di quindici centesimi che Marsha aveva preso dal piccolo borsellino beige della mamma nello studiolo. «Che sarà, secondo te?» chiese Sheila. Marsha se ne stava in piedi con le braccia intrecciate dietro la schiena. Fissava la scatola di cartone marronepoggiata in mezzo al salotto. «Non lo so.» Dentro il cartone. Waldo fremeva di eccitazione mentre ascoltava le voci attutite. Sheila fece scorrere l’unghia lungo il nastro di scotch che passava per il centro della scatola. «Perché non guardi l’indirizzo del mittente cosi vedi da chi arriva?» Waldo sentiva battere il suo cuore. Sentiva le vibrazioni dei passi. Fra non molto. Marsha girò intorno alla scatola e lesse l’etichetta scarabocchiata. «Dio! Viene da Waldo!» «Quel coglione!» disse Sheila Waldo tremava di impazienza. «Be’, perché non aprirlo?» disse Sheila ed entrambe provarono a sollevarne un lembo. «Oaah,» esclamò Marsha seccata «deve averlo inchiodato.» Provarono a strappare di nuovo. «Dio mio, ci vuole un trapano per aprire questa cosa». Tirarono ancora una volta. «Così non si riesce.» Entrambe se ne stavano in piedi col fiatone. «Perché non prendi un paio di forbici?» domandò Sheila. Marsha corse in cucina, ma non riuscì a trovare altro che una forbicina da unghie. Poi si ricordò che suo padre teneva degli attrezzi in cantina. Corse giù per le scale, e tornò con un grande tagliacarte in mano. «Non ho trovato niente di meglio.» Le mancava il fiato. «Tieni, fallo tu, sto per schiattare.» Si gettò sull’enorme divano lanuginoso sbuffando rumorosamente. Sheila provò a fare un taglio netto tra lo scotch e l’orlo del cartone, ma la lama era troppo spessa e la fessura era troppo stretta. «Maledizione»esclamò esasperata. Poi, sorridendo, aggiunse, «Ho un’ idea». «Quale?» chiese Marsha. «Sta’ a guardare» disse Sheila toccandosi la fronte con un dito. Dentro lo scatolone, Waldo era talmente eccitato che non riusciva quasi a respirare. La pelle gli formicolava per il calore e si sentiva battere il cuore in gola. Fra non molto. Sheilà si alzò sulla punta dei piedi, e camminò intorno alla scatola. Poi s’inginocchiò, prese il taglialamiere con entrambe le mani, fece un respiro profondo, e sprofondò la lunga lama al centro del pacco, attraverso lo scotch, attraverso il cartone, attraverso l’imbottitura, e attraverso il centro della testa di Waldo Jeffers, che si squarciò lieve tra archi ritmici di color rosso che pulsavano dolcemente nel sole del mattino.

venerdì 30 novembre 2007

... guai ...

I GUAI SONO COME I FOGLI DI CARTA IGIENICA: NE PRENDI UNO, NE VENGONO DIECI.

lunedì 26 novembre 2007

1979

"Heart Of Glass"
Once I had a love and it was a gas
Soon turned out had a heart of glass
Seemed like the real thing, only to find
Mucho mistrust, love's gone behind
Once I had a love and it was divine
Soon found out I was losing my mind
It seemed like the real thing but I was so blind
Mucho mistrust, love's gone behind
In between
What I find is pleasing and I'm feeling fine
Love is so confusing there's no peace of mind
If I fear I'm losing you it's just no good
You teasing like you do
Once I had a love and it was a gas
Soon turned out had a heart of glass
Seemed like the real thing, only to find
Mucho mistrust, love's gone behind
Once I had a love and it was divine
Soon found out I was losing my mind
It seemed like the real thing but I was so blind
Mucho mistrust, love's gone behind
Lost inside
Adorable illusion and I cannot hide
I'm the one you're using, please don't push me aside
We could've made it cruising, yeah
Yeah, riding high on love's true bluish light
Once I had a love and it was a gas
Soon turned out I had a heart of glass
Soon turned out as a pain in the ass
Seemed like the real thing only to find
Mucho mistrust, love's gone behind
"Cuore Di Vetro"
Una volta avevo un amore... ed esso era come un gas
subito si capì, aveva un cuore di vetro
sembrava che fosse l'unica cosa vera, non restava che scoprirla
ma per troppa diffidenza l'amore finì
Una volta avevo un amore... ed esso era divino
subito si capì che io stavo perdendo la testa
sembrava che fosse l'unica cosa vera, ma io ero così cieco
e per troppa diffidenza l'amore finì
Sono troppo coinvolto, e ciò che sento è piacere e sto bene,
l'amore ti confonde così tanto da non dar pace alla mente
e se ho paura di perderti
non è un bene se ti comporti come fai tu
Una volta avevo un amore... ed esso era come un gas
subito si capì, aveva un cuore di vetro
sembrava che fosse l'unica cosa vera, non restava che scoprirla
ma per troppa diffidenza l'amore finì
Perso in questa adorabile illusione non posso nascondermi
sono quello che tu stai usando, per favore non mettermi da parte
noi possiamo far andare bene le cose
sì, cavalcare l'amore è la vera luce del paradiso
Sono troppo coinvolto, e ciò che sento è piacere e sto bene,
l'amore ti confonde così tanto da non dar pace alla mente
e se ho paura di perderti
non è un bene se ti comporti come fai tu