lunedì 7 luglio 2008

la lunga marcia - richard bachman

In un mondo dominato dalla violenza, dalla barbarie e dalla disperazione, La Lunga Marcia è l'evento annuale maggiormente atteso. L'attenzione delle folle e dei media è tutta concentrata sulla competizione che vede protagonisti cento giovani e forti concorrenti impegnati ad affrontare un percorso duro e tortuoso che diventa sempre più allucinante dopo ogni passo. Ne La Lunga Marcia non esistono mezze misure: o la Vita, con la conseguente Gloria, o la Morte. Alla fine della gara ne rimarrà soltanto Uno. Le regole sono di una semplicità disarmante: mai scendere al di sotto dei sei chilometri orari, mai tentare di confondersi tra la folla assiepata ai bordi del percorso, mai tentare di fuggire. Ad ogni infrazione viene inflitta un'ammonizione. Sono consentite al massimo tre infrazioni. Dopo la terza ammonizione, il concorrente viene "congedato". "Beccarsi il congedo" significa essere trucidato a colpi di fucile dai militari che costantemente seguono la competizione. A coordinare tutte le operazioni vi è il Capo Supremo delle Forze Armate dell'Alleanza, Il Maggiore, un uomo enigmatico osannato e temuto da tutti. Ray Garraty, originario del Maine e beniamino del pubblico, Pete McVries, che sfoggia una vistosa cicatrice sul volto, ricordo indelebile della sua ex fidanzata, Hank Olson, Scramm, sposato ed in attesa del primo figlio, Gary Barkovitch, bastardo figlio di puttana, Art Baker e Stebbins, ragazzo dall'imperscrutabile presente e dallo sconvolgente passato, sono solo alcuni dei protagonisti de La Lunga Marcia di quest'anno. Mano a mano che la strada si snoda sotto i loro piedi, sempre più stanchi e tartassati, tra di loro inizia a cementarsi un legame indissolubile che rende ancora più difficile la loro prova. Per centinaia e centinaia di chilometri, essi camminano sul filo della Morte, consapevoli che ogni attimo, per loro, può essere l'ultimo. Basta un crampo, un mancamento, una crisi di fame. Passo dopo passo, l'Orrore cede il campo al Dolore, al Lutto, alla Stanchezza, all'Oblio ed, infine, alla Liberazione. Chilometro dopo chilometro, tutti loro realizzano di essere stati ingannati. Sì, perchè non ci sarà nessuna Gloria per l'unico sopravvissuto, nessun Onore. Perchè come si potrà vivere dopo esser sopravvissuti ad un simile Orrore? Come si potrà convivere con il ricordo assillante degli altri 99 amici inghiottiti dalla strada e dalla folla feroce? Come si potrà continuare a vivere con il rimorso ossessivo di essere l'unico sopravvissuto?

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