Che si tratti della storia del diciannovenne nero Booker Johnson, che nella L. A. non ancora razzista del 1927 esce di casa e non risucirà mai più ad "avvertire la madre", o di Goerge Jackson che in carcere decide di vendicarsi, dando origine a un celeberrimo episodio di rivolta nera e al mito dei "fratelli di Soledad", i personaggi di Bunker sono colti qui non tanto nel momento in cui il loro destino si compie, ma in quello in cui la trama, inesorabilmente, si compone. Il bravo meccanico Booker non resiste all'attrazione del motore della Packard che sta riparando, e pensa di farla sua per una sola notte, per uscire con una ragazza, e non sa che non uscirà mai più di prigione; George legge un libro di Regis Debray nella sua cella e non ha ancora deciso di uccidere. Eppure la trappola, o la storia, è già pronta, davanti ai nostri occhi che possono solo partecipare. Questo libro è l'addio di Bunker ai suoi lettori e viene pubblicato in anteprima mondiale nel Paese che l'ha forse amato di più.
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